FORAGGERE Leguminose
Famiglia delle Leguminose
Le specie foraggere appartenenti alla famiglia botanica delle leguminose sono in grado di attuare a livello radicale una simbiosi mutualistica con batteri specifici del genere Rhizobium capaci di fissare l’azoto atmosferico (N2) riducendolo a NH3, per cui la loro presenza è di fondamentale importanza per la sostenibilità degli agro-ecosistemi. L’azotofissazione simbiontica infatti determina risparmio nella fertilizzazione azotata, la produzione di un foraggio ricco in proteine e l’arricchimento del terreno in azoto grazie ai residui radicali. Per contro, l’utilizzazione diretta, soprattutto a digiuno, dell’erba delle leguminose può causare problemi di meteorismo; durante la fienagione con la ranghinatura del foraggio semiessiccato si possono avere notevoli perdite di foglie ed anche l’insilamento è problematico per il basso tenore in zuccheri necessari nelle fermentazioni lattiche e per l’elevato contenuto in Ca e N che aumentano il potere tampone.
Le specie leguminose hanno foglie composte. Il fiore papilionaceo (dal latino papilio che significa farfalla) presenta un petalo superiore più grande detto ‘vessillo’, due petali laterali detti ‘ali’ ed in basso altri due petali saldati detti ‘carena’ che contengono l’ovario. Altra caratteristica delle leguminose è il frutto della pianta detto ‘legume’ o ‘baccello’ che contiene i semi. Il legume suddiviso in camere da strozzature, come nell’arachide o nella sulla, viene detto lomento.
Le leguminose maggiormente rappresentate nella flora spontanea e più utilizzate a scopo foraggero appartengono ai generi botanici Trifolium e Medicago. L’etimologia della parola Trifolium è latina: “tri” = “tre” e “folium”= “foglia” con riferimento alle foglie ternate. Il nome Medicago deriva dalla Media, antica regione della Persia da cui sia Teofrasto che successivamente Dioscoride sostenevano provenisse l’erba medica.
In linea generale le mediche e i trifogli differiscono per la conformazione della foglia trifogliata: nelle mediche, in genere, delle tre foglioline che la compongono quella centrale risulta più lungamente picciolata.
Tra le diverse specie si riscontrano notevoli differenze per portamento, sviluppo vegetativo, forma più o meno tondeggiante o allungata delle foglie, conformazione e colore dei fiori, tipologia d’infruttescenza (legume, baccello, lomento, glomerulo, capolino, ecc.) e dimensione, forma e colore dei semi.