Guida alle schede Foraggere

BIODIVERSITA’ DEI PASCOLI IN SARDEGNA

I pascoli della Sardegna presentano un’elevata biodiversità. Numerosi studi botanici hanno evidenziato associazioni floristiche molto variabili a seconda dell’ambiente (altitudine, tipologia di terreno e clima) e la presenza di un elevato numero di specie spesso superiore a 100 unità, quasi tutte pabulari e numerose aromatiche.

Tra le componenti floristiche dei pascoli, le specie leguminose e graminacee conferiscono alla cotica erbosa un buon valore pastorale, soprattutto in fase giovanile e nei ricacci post-pascolamento.  Altre specie appartenenti a diverse famiglie botaniche, quali ad esempio le composite e le plantaginacee, sono anch’esse caratterizzate da notevole valore nutritivo e appetibilità. Inoltre, la presenza nei pascoli di specie aromatiche conferisce particolari sapori e profumi ai prodotti di derivazione zootecnica.

LEGUMINOSE E GRAMINACEE NEI PASCOLI MEDITERRANEI

Le specie foraggere più rappresentate nei pascoli (oltre che  maggiormente commercializzate per le coltivazioni) appartengono alle famiglie botaniche delle leguminose e delle graminacee, le quali presentano caratteristiche biologiche e qualitative molto diverse, per molti versi opposte, particolarmente evidenti nella fisiologia della nutrizione azotata.

Le specie graminacee sono generalmente più rustiche e produttive delle leguminose  ma meno appetibili. Inoltre sono meno sensibili al freddo, per cui possono essere utilizzate più precocemente alla fine dell’inverno. Comportano minori problemi nell’utilizzazione diretta da parte del bestiame, nella conservazione in quanto sono più ricche di carboidrati e nell’affienamento grazie alla struttura e tenacità fogliare. Presentano per contro un minor contenuto in proteine ed elementi minerali ed un più rapido declino qualitativo.

Le specie leguminose grazie alla capacità di azotofissazione dei rizobi simbionti permettono il risparmio della fertilizzazione azotata, l’ottenimento di un foraggio ricco in proteine e l’arricchimento del terreno in azoto col disfacimento dei residui radicali. Per contro possono causare problemi di meteorismo soprattutto nel pascolamento  a digiuno, e sono più difficilmente affienabili ed insilabili per le notevoli perdite di foglie, il basso tenore in zuccheri e l’elevato potere tampone.

    La necessità di ottenere produzioni foraggere nutrizionalmente equilibrate e di limitare gli inconvenienti descritti, suggerisce la coltivazione delle specie graminacee e leguminose in consociazione, imitando la composizione botanica dei pascoli spontanei, caratterizzati dalla presenza di numerose specie tra loro compatibili e spesso complementari nello sviluppo. Oltretutto le leguminose, grazie all’azotofissazione, sopperiscono alle esigenze azotate delle graminacee consociate.

    CARATTERISTICHE FISIOLOGICHE DELL’ERBA DEI PASCOLI IN AMBIENTE MEDITERRANEO

    In base alla persistenza, le specie foraggere possono essere distinte in annuali e poliennali. Negli ambienti mediterranei, caratterizzati da una stagione calda molto siccitosa, la composizione floristica dei pascoli risulta costituita in prevalenza da specie a ciclo annuale definite autoriseminanti, le quali superando il periodo estivo sotto forma di seme possono garantire la persistenza delle cotiche erbose.

    Questa prerogativa è legata a due meccanismi. Uno di questi è la dormienza embrionale, per cui il seme passa indenne gli sporadici eventi piovosi della stagione estiva, limitando così la germinazione fino a che le condizioni risultino favorevoli per lo sviluppo delle plantule. L’altro meccanismo è la durezza, che permette al seme di affrancarsi da annate particolarmente sfavorevoli garantendogli la sopravvivenza a lungo termine: adeguate scorte di seme duro nel terreno (la cosiddetta banca di seme) consentono la ricostituzione del pascolo anche dopo anni.

    L’interesse per le foraggere autoriseminanti è legato sia alla realizzazione di coltivazioni, sia al ripristino di cotiche erbose degradate che, oltre l’utilizzo pascolivo, possono avere molteplici altri usi (multifunzionalità), quali la costituzione di ‘cover crops’, cioè coltivazioni di copertura per ridurre il rischio di erosione ed incrementare la fertilità dei suoli, oppure l’utilizzo per le fioriture, date le proprietà mellifere e la capacità di conferire colori e profumi all’ambiente, ecc.. Oltretutto nei pascoli la presenza dei fiori è molto duratura, in considerazione della variabilità dell’epoca di fioritura nelle diverse specie e della scalarità di fioritura tipica di ciascuna specie.

    La salvaguardia delle cotiche erbose implica l’adozione di una corretta gestione del pascolamento: occorre effettuare frequenti pascolate per evitare l’invecchiamento dell’erba e limitare l’utilizzazione nel periodo della fioritura-fruttificazione per evitare che un’eccessiva asportazione delle infruttescenze possa compromettere la fittezza della cotica nell’anno successivo.

    ATTIVITA’ DI STUDIO E SELEZIONE DI BIOTIPI

    Il lavoro di selezione e valorizzazione di ecotipi nativi presenti in Sardegna nei pascoli naturali  è stato impostato sia con lo scopo di preservare biotipi d’interesse foraggero e sia di far fronte alla notevole carenza commerciale di sementi adatte al nostro ambiente così spiccatamente mediterraneo. La promozione di un’attività sementiera locale potrebbe rendere disponibili gli ecotipi d’interesse selezionati.

    Il programma di valorizzazione ha comportato una serie di attività: il collezionamento e la valutazione di ecotipi, l’individuazione di quelli più adatti e la loro riproduzione.

    a) Fase di collezionamento

    Questa fase è stata intrapresa nella primavera del 1993, col prelievo di porzioni di cotica in alcune aree a pascolo della Sardegna ed il successivo trasferimento su bancale nell’azienda sperimentale San Michele di Ussana. Nel  periodo estivo veniva effettuata la raccolta dei semi, pianta per pianta. Quest’attività è stata condotta per 3 anni.

    Le famiglie botaniche più frequenti sono risultate le graminacee e le leguminose, quasi tutte rappresentate da specie annuali soprattutto nelle cotiche prelevate in zone a bassa quota. Tra le graminacee le specie collezionate più frequentemente sono state Avena spp., Bromus hordeaceus, Cynosurus echinatus, Lolium rigidum e L. perenne, mentre tra le leguminose Medicago arabica, M. polymorpha, Trifolium campestre, T. glomeratum, T. resupinatum e T. subterraneum.

    b) Fase di valutazione su bancale

    I semi raccolti sono stati seminati su bancale. Nel lavoro di selezione, la valutazione dei biotipi ha riguardato la fenologia, le curve di crescita, la suscettibilità alle fitopatie e l’adattamento ai principali tipi di terreno dell’isola (basaltico, scistoso e granitico).

    L’epoca di fioritura è risultata diversa tra le specie e talvolta anche tra genotipi di una stessa specie. I genotipi in valutazione hanno mantenuto le caratteristiche di precocità derivanti dagli ambienti di provenienza.

    Riguardo il modello di sviluppo, generalmente le graminacee hanno mostrato una maggiore precocità produttiva nel periodo invernale, mentre le leguminose sono risultate maggiormente disponibili nel periodo primaverile. La coltivazione di ecotipi con curve di crescita complementari potrebbe permettere la formazione di catene di foraggiamento “naturali”.

    c) Fase di valutazione in campo

    La valutazione su bancale degli ecotipi,  negli anni  ha permesso l’ottenimento dei quantitativi di seme necessari per le semine in campo, dapprima su piccole parcelle di un metro quadro e successivamente anche in diverse località, al fine di valutare e confrontare la rispondenza sulla base della qualità, della curva della produzione foraggera  e della produzione di seme.

    La qualità del foraggio è stata determinata  mediante analisi sul contenuto di proteina e fibra e con prove di appetibilità realizzate col pascolamento diretto in campo e/o l’offerta dell’erba in mangiatoia a gruppi di pecore.

    E’ stata valutata anche la possibilità d’impiego degli ecotipi per il ripristino della cotica erbosa a scopo antierosivo e di miglioramento dell’amenità ambientale, effettuando alcune prove di adattamento nella fascia parafuoco di Uatzo (Tonara). Le semine hanno avuto spesso esito positivo, con la formazione di una cotica fitta, l’elevata produzione di seme e il reinsediamento nell’anno successivo dovuto alla elevata autosemina .

    SPECIE ED ECOTIPI IN VALUTAZIONE

    Gli ecotipi scelti nello studio del progetto paiono di notevole interesse foraggero e multifunzionale. La loro caratterizzazione è stata effettuata ex situ nell’azienda San Michele di Ussana su superfici più o meno ampie in relazione alla disponibilità di seme. Le osservazioni hanno riguardato la fenologia, la capacità produttiva in erba e in seme e la qualità del foraggio.

    Nel 2016 l’ecotipo di medica polimorfa è stato iscritto al Registro Nazionale delle Varietà col nome di Pratosardo, con l’intendimento di intraprendere l’attività della produzione di semente certificata.

    SCHEDE DESCRITTIVE

    Le schede descrittive degli ecotipi e delle relative specie di appartenenza riguardano le peculiari caratteristiche botaniche, morfologiche e fisiologiche durante tutto il ciclo biologico, dall’erba al seme.

    Sono inoltre arricchite da fotografie riprese nelle diverse fasi dello sviluppo fenologico o in alcune operazioni di campo. A completamento, alcune notizie, curiosità e indicazioni sulle loro svariate potenzialità di utilizzo.

     ELENCO
    1. Hedysarum coronarium L.: ecotipi “Ussana ” e “131”
    2. Lolium rigidum Gaudin: ecotipo “Bolotana”
    3. Medicago arabica (L.) Hudson: ecotipo “Santa Lucia”
    4. Medicago orbicularis (L.) Bartaliniecotipi “Olbia” e “Tonara”
    5. Medicago polymorpha L.: varietà “Pratosardo”
    6. Medicago scutellata (L.) Miller: ecotipo “Luisa”
    7. Medicago sativa L.: ecotipi “Nuragus” e  “Guasila”
    8. Plantago lanceolata L.: ecotipo “Cossoine”
    9. Scorpiurus muricatus L.: ecotipo “Tonara”
    10. Tetragonolobus purpureus Moench: ecotipo “Collinas”
    11. Trifolium cherleri L.: ecotipo “Sorgono”
    12. Trifolium nigrescens Viv.: ecotipo “Tonara”
    13. Trifolium pratense L.: ecotipo “Tonara”
    14. Trifolium resupinatum L.: ecotipo “Cossoine”
    15. Trifolium spumosum L.: ecotipo “Ussana”