Leguminose

Trifolium pratense L.

Specie: Foraggere

Accessione: un ecotipo di TRIFOGLIO PRATENSE

Provenienza: cotiche erbose dei pascoli naturali

Denominazione ecotipo : Tonara

Sito di prelievo : foresta di Uatzo (Tonara)

Specie: erbacea, famiglia delle leguminose

Ciclo: poliennale

Stipole: larghe alla base, terminanti con lesina con pelosità venata di rosso

Foglie: trifogliate ovali, con una maculatura chiara triangolare al centro, ricoperte da peluria

Infiorescenza: fiori di color rosa-violetto, in capolini con peduncolo breve o assente

Data inizio fioritura: a partire dalla seconda metà di maggio

Frutto: capolino costituito da numerosi calici, simili a vescichette, che contengono i semi

Seme: tondi, di color ambrato

Fecondazione: allogama

N° cromosomi: 2n=14 (x=7)

Peso medio 1000 semi: 1,289 g

Informazioni aggiuntive

Etimologia: Il nome del genere “Trifolium”, derivante dal latino 'tri'= tre e 'folium'= foglia, si riferisce alle foglie tipicamente ternate; il nome specifico “pratense” si riferisce all'habitat.
Denominazioni nel mondo: Trifoglio pratense, Trifoglio violetto, Trifoglio dei prati, Trifoglio nivale, Trifoglio rosso, Red clover, Southern clover, Trébol violeta, Trèfle rouge, Rotklee  
Habitat: Specie presente spontaneamente nei prati, pascoli, incolti, che preferisce i terreni argillosi e resiste bene al freddo (Eurosib. divenuto Subcosm.). Può essere coltivata fino a  2600 m di altitudine e si ritrova soprattutto in località fresche, a quote medio-alte.
Utilizzi: E’ una delle leguminose foraggere più diffuse in Europa e in alcuni paesi viene coltivata su estensioni anche di centinaia di migliaia di ettari. In Italia invece, nel corso degli ultimi vent’anni, la sua coltivazione ha perso progressivamente d’interesse. Gli antichi romani la utilizzavano come foraggera, apprezzandone al contempo anche le virtù terapeutiche come rinfrescante, antispasmodica, espettorante, detergente, diuretica. Dioscoride e Galeno le attribuivano proprietà curative per le ferite da morso di serpenti velenosi. In India viene usata per favorire la lattazione delle puerpere e come tonificante uterino dopo il parto. Conosciuto da tempo come foraggera, non è mai stato estesamente coltivato e ha assunto importanza solo quando, in Inghilterra, verso la metà del 1600 venne inserito negli avvicendamenti in sostituzione del maggese nudo. Tale accorgimento consentì un sensibile aumento delle disponibilità foraggere ed inoltre, grazie alla capacità azotofissatrice e al conseguente arricchimento in azoto del terreno, un incremento delle produzioni agricole. Numerose sono le varietà commerciali di questa specie così apprezzata dal bestiame da essere definita "pane del latte". Viene utilizzata per lo più come foraggio verde, raramente come fieno a causa della notevole perdita di foglie con l'essiccazione. Oltre che ottima pianta foraggera risulta importante per l’attitudine mellifera, tanto che nei mesi estivi, in alcuni luoghi, risulta l'unica fonte di nettare e di polline per le api anche se i suoi prevalenti impollinatori sono i bombi.