SPECIE ORTIVE

L’attività relativa alle varietà locali di specie ortive attualmente conservate presso il Centro per la Conservazione della Biodiversità Vegetale dell’Università degli studi di Sassari (CBV) e dell’Agenzia Agris Sardegna, è stata indirizzata con   particolare attenzione al fagiolo comune, al pomodoro, all’anguria e alla patata. Per il fagiolo e l’anguria sono stati realizzati campi sperimentali ex situ presso le aziende dell’Agris di Uta e Oristano, al fine di moltiplicare il seme ed effettuare o completare la raccolta dei dati morfo-fenotipici e agronomici necessari per la compilazione delle schede descrittive, mentre per la patata tali dati sono stati rilevati in situ presso due aziende private. Per quanto riguarda il pomodoro, informazioni adeguate per la catalogazione e descrizione dell’intera collezione costituita da circa 60 accessioni locali, sono disponibili presso il CBV e il Dipartimento di Agraria dell’UniSS.

Una dettagliata caratterizzazione morfo-fenotipica e agronomica è stata eseguita sull’intera collezione di fagiolo  e sulle due accessioni di patata disponibili, mentre sulle nove varietà di anguria sono stati rilevati soltanto descrittori morfologici. La caratterizzazione molecolare delle collezioni di fagiolo e pomodoro è stata condotta dal CBV Centro per la Conservazione della Biodiversità Vegetale dell’Università degli studi di Sassari. Lo studio del profilo genetico delle due varietà di patata è stato invece affidato al Science and Advice for Scottish Agriculture (SASA) nell’ambito di una collaborazione con il Centro di Ricerca per le Colture Industriali del Crea. Per ciascuna accessione delle specie oggetto di studio sono state compilate delle schede descrittive sulla base delle liste di indicatori riportate nelle Linee guida nazionali per la conservazione della biodiversità vegetale (Inea 2012), con particolare attenzione ai caratteri indicati come obbligatori ai fini dell’iscrizione fra le varietà da conservazione. Le schede saranno utili alla costituzione di un repertorio regionale, previsto anche dalla L.R. n.16 del 7 agosto 2014 che  tutela e promuove la valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna.

Infine, in collaborazione con l’Agenzia Laore Sardegna, sono state condotte azioni di supporto  ai progetti  di valorizzazione di ecotipi locali attivati dai Comuni e Comitati di Tutela interessati a promuovere il proprio territorio e avviare nuove filiere per una coltivazione da reddito.  In particolare è stata monitorata la presenza di virus nelle coltivazioni di ecotipi locali di fagiolo di Tiana allo scopo di individuare lotti di seme non virosati da utilizzare per i nuovi impianti e avviato un progetto di risanamento  della patata di Gavoi, i cui tuberi erano risultati positivi ai test virologici.

 

SPECIE FORAGGERE

La Sardegna, così come tipico dei paesi del bacino Mediterraneo, è caratterizzata da un agro-ecosistema pastorale, tant’è che la classica cartolina  rappresenta  un gregge al pascolo, magari con un nuraghe sullo sfondo!

Fino al recente passato si diceva che il pastoralismo fosse causa di sottosviluppo rurale e di degrado del territorio; oggi invece si è capito che l’attività pastorale ha preservato molti ambienti naturali e soprattutto che, rispetto ai sistemi produttivi standardizzati basati solo sull’efficienza in termini quantitativi, migliora notevolmente la qualità e gli aromi dei formaggi e delle carni.

La ricerca moderna considera la flora dei pascoli, oltre che utile per l’ottenimento di prodotti zootecnici genuini e di qualità, come una grande risorsa per il miglioramento ambientale e l’amenità del paesaggio, definendo in tal modo la cosiddetta multifunzionalità delle specie foraggere.

Negli anni ’60 alcuni ricercatori Australiani collezionarono nei Paesi del bacino Mediterraneo diversi biotipi pastorali e partendo da questi materiali sono arrivati, col lavoro di selezione, alla costituzione di varietà foraggere di notevole interesse commerciale anche per gli stessi Paesi di origine.

Non sempre però queste varietà sono rispondenti alle nostre condizioni mediterranee, essendo state selezionate per l’adattamento agli ambienti australiani spesso più estremi dal punto di vista pedologico e climatico.

Lo studio della flora pascoliva locale potrebbe permettere il ritrovamento di genotipi idonei ai nostri ambienti isolani  e suscettibili di valorizzazione a scopo foraggero e multifunzionale.

Cos’è una specie foraggera? Per specie foraggera s’intende una qualsivoglia essenza vegetale pabulare, cioè apprezzata come alimento dal bestiame.

In Sardegna le esigenze nutritive degli erbivori vengono soddisfatte principalmente dai pascoli naturali, ma il ritmo di accrescimento dell’erba, presentando forti oscillazioni in dipendenza soprattutto della variabilità degli andamenti climatici stagionali, non soddisfa le richieste alimentari del bestiame in maniera continuativa durante l’anno. Per sopperire al gap produttivo si ricorre alla coltivazione di specie foraggere, da utilizzare direttamente col pascolamento e/o per la costituzione di scorte di fieno.

I problemi di questi due tipi di approvvigionamento di erba per il bestiame sono i seguenti.

  • Nelle zone a pascolo spontaneo spesso si ritrovano situazioni di degrado delle cotiche erbose, a causa della cattiva gestione del pascolamento per sovrautilizzazione, errata tempistica nell’utilizzazione, ecc.
  • Nodi critici delle coltivazioni foraggere sono la scelta e il reperimento delle specie e varietà da utilizzare.

Sia per migliorare le aree a pascolo degradato che per le coltivazioni è necessario disporre di sementi adatte, capaci di fornire delle curve di accrescimento dell’erba apprezzabili, il più possibile continue e/o tra loro complementari, così da costituire le cosiddette catene di foraggiamento.

Il progetto mira, oltre che alla valutazione e conservazione di alcune specie native interessanti a scopo foraggero e multifunzionale, alla verifica della possibilità della loro valorizzazione e resa in disponibilità attraverso la realizzazione in Sardegna dell’attività sementiera.

Scopo primario e strategico del progetto, in definitiva, è il miglioramento foraggero, sia dal punto di vista dell’entità e distribuzione delle produzioni, sia dal punto di vista della qualità determinata soprattutto dalla biodiversità dei pascoli. Le buone condizioni nutrizionali e il rispetto del benessere animale permette infatti l’ottenimento di prodotti di derivazione zootecnica (lattei e carnei) qualitativamente superiori e tipici.

 

SPECIE ARBOREE

Lo studio e la caratterizzazione della agrobiodiversità arborea ha riguardato sostanzialmente le seguenti specie: il melo, il pero, il susino, l’albicocco, il ciliegio, il mandorlo, il fico e la pompia nell’ambito dell’intero territorio regionale.

Per il mandorlo, la pompia ed il fico i campi collezione erano già presenti presso le aziende dell’Agris mentre per le altre specie sono stati realizzati ex novo. Sono state individuate numerose accessioni che sono state caratterizzate in situ e poi prelevate al fine di creare dei campi collezione presso le aziende Agris di Platamona e di Villasor.

E’ stata realizzata una dettagliata descrizione morfologica, fenologica e produttiva delle accessioni di tutte le specie arboree indicate grazie all’utilizzo dei descrittori specifici individuati dal GLBA nelle linee guida nazionali allo studio e tutela dell’agrobiodiversità. E’ stata, inoltre, effettuata un’accurata caratterizzazione delle accessioni individuate mediante marcatori molecolari SSR sia presso il laboratorio biomolecolare di Agliadò di Agris sia in quelli del Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Sassari.

L’insieme della caratterizzazione fenologica e mediante marcatori molecolari ha consentito di produrre le schede descrittive di ciascuna accessione studiata essenziali per la costituzione di un repertorio regionale, previsto anche dalla L.R. n.16 del 7 agosto 2014 che tutela e promuove la valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna.