Altre famiglie

Plantago lanceolata L.

Specie: Foraggere

Accessione: un ecotipo di PLANTAGO LANCEOLATA

Provenienza: cotiche erbose dei pascoli naturali

Denominazione ecotipo : Cossoine

Sito di prelievo : Cossoine

Specie: erbacea, famiglia delle PLANTAGINACEE

Ciclo: poliennale

Foglie: con 5 striature longitudinali e pelosità patente, disposte a spirale in rosetta basale e persistenti tutto l’anno. La parte inferiore è ristretta a picciolo, mentre la parte superiore è allargata con forma ellittico-lanceolata a bordo intero. La superficie fogliare è percorsa da 3 - 5 nervature longitudinali.

Infiorescenza: spighe ovoidali, compatte, peduncolate, composte da numerosi fiori sessili ermafroditi con lunghi stami di colore giallastro. Il calice è formato da 2 sepali liberi e 2 saldati, diritti con una nervatura centrale verde. Corolla tubolare a forma di imbuto, divisa in lobi lanceolati brunastri. I 4 stami sono dotati di antere prima gialle, poi aranciate, che oltrepassano la corolla biancastra.

Data inizio fioritura: da metà a fine aprile

Frutto: capsule ovali, minuscole e brune, di 3-4 x 1-1,4 mm, a deiscenza trasversale dette pissidi, in parte nascoste dai sepali persistenti, con 1-2

Seme: ovale, lungo circa 2-3 x 0,9-1,5 mm, concavo ed appiattito ventralmente, arrotondato dorsalmente, lucido, di colore marrone scuro con una striscia più chiara sul dorso

Fecondazione: allogama, anemofila e talvolta entomofila

N° cromosomi: 2n=12 (x=6)

Peso medio 1000 semi: 0,5 g

Informazioni aggiuntive

Etimologia: Il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina "planta" con riferimento alle piatte foglie basali simili alla "pianta di un piede". Il nome specifico (lanceolata) deriva dal latino "lanceolatum" e fa riferimento alla forma delle foglie simile alla punta delle lance.
 Denominazioni nel mondo: Piantaggine lanceolata, Lanciuola, Lingua di cane, Erba di Sant’Antonio, Ribwort plantain, Narrowleaf plantain, Plantain lancéolé, Herbe aux cinq coutures, Spitzwegerich
Habitat: questa è una specie rustica che cresce fino a 2.000 m slm, comune nei luoghi erbosi, comunque ubiquitaria (nei pascoli, incolti, nei bordi stradali e orti), generalmente sinantropica, che si adatta a quasi tutti i climi e i suoli, in tutte le zone del mondo (Eurasiat. divenuta Cosmop.), senza lacune importanti.
Il genere Plantago annovera circa 200 specie diffuse in tutte le parti del mondo. Fra queste, sedici sono presenti ovunque anche in Italia allo stato spontaneo, alcune interessanti per le loro proprietà officinali, come Plantago psyllium (Psillio) e Plantago lanceolata. Emicriptofita rosulata (H ros), pianta erbacea perenne acaule estremamente polimorfa, con generale pubescenza, portamento eretto ed altezza variabile da 20 a 50 cm, gemme svernanti al livello del terreno e foglie disposte in rosetta basale, breve e grosso rizoma fibroso con radici fascicolate. Dalla rosetta fogliare spuntano gli scapi fiorali su un lungo stelo, coperto di peli irti, afilli, con 5 striature longitudinali, terminante con infiorescenza a spiga ovale di colore marrone, formata da numerosissimi piccoli fiori molto appressati. L'aspetto più evidente dell'infiorescenza sono in realtà gli stami, lunghi e vibranti, formanti una coroncina che col progredire della fioritura si sposta verso l'apice dell'infiorescenza. Questa conformazione degli stami non è casuale  perché l'impollinazione è anemogama, cioè avviene ad opera del vento. La pianta è proterogina, cioè gli ovuli maturano prima del polline per evitare l'autofecondazione.
PROPRIETA' E UTILIZZI
Costituenti principali: mucillagini ricche in D-galattosio, L-arabinosio; pectine; tannini (6,5%); glicosidi iridoici: (aucubina, catalpolo, asperuloside; flavonoidi: (apigenina, luteolina, scutellarina), cumarina (esculatina), acidi (silicico, clorogenico e neoclorogenico, oleanolico, citrico, succinico, benzoico, ossalico); vitamine A, C, K; sali minerali (soprattutto calcio, zinco e magnesio); carotene.
Proprietà medicamentose: antibatterica, espettorante, emostatica, astringente, oftalmica, lenitiva, lassativa, emolliente, antinfiammatoria e cicatrizzante.
Impiego terapeutico e cosmetico: il medico francese Henri Leclerc (1870-1955) classificava la pianta tra i topici utili in olftamologia (blefariti, congiuntiviti) e in dermatologia (trattamento dell’acne rosacea). La pianta è coltivata per essere utilizzata dall'industria farmaceutica anche per la preparazione di sciroppi contro la tosse. Gli iridoidi come l’aucubina presenti nel fitocomplesso della pianta svolgono attività antinfiammatoria, antimicrobica e antiallergica. La droga, data dalle foglie essiccate, infatti viene tradizionalmente impiegata nel trattamento sintomatico delle patologie ORL e broncopolmonari, in virtù dell’azione emolliente e sedativa delle mucillagini che ricoprono e proteggono gli epiteli, e per l’azione antivirale e astringente dei tannini. L’aucubina ad azione antiallergica, risulta utile per i sintomi dell’asma bronchiale di tipo allergico. Con le foglie si possono preparare anche infusi e decotti mettendo 5-10 g di foglie in 100-200 ml d’acqua. Questi preparati sono indicati nelle affezioni delle vie respiratorie, nella cura delle affezioni del cavo orale e della gola, come espettorante per la tosse, nei disturbi gastrici, in caso di punture d'insetti, ulcere, ferite e bruciature. L’infuso di foglie può essere usato, anche in associazione con camomilla, come disinfettante oculare per congiuntiviti e infiammazioni palpebrali. La presenza di saponine e flavonoidi dalle proprietà diuretiche/depurative e blandamente sedative ne giustificano l’uso popolare come diaforetico e antireumatico. Dato il contenuto in tannini, il decotto delle foglie ha una blanda azione antidiarroica. Il decotto di semi si prepara facendo bollire un cucchiaio di semi in 500 ml d’acqua per 30 minuti. E’ utile nel caso d’infiammazioni intestinali e stitichezza: i semi contengono mucillagine sino al 30%, che gonfiandosi nell'intestino agisce da lassativo decongestionando le mucose irritate. Oltre che in infusione le foglie possono usarsi fresche per uso topico come antipruriginoso e lenitivo in caso di irritazioni cutanee o degli occhi, ed anche triturate per la preparazione di compresse da applicare su piaghe, ulcere varicose e ferite che stentano a cicatrizzare. In alcune zone vengono utilizzate come callifugo. Il succo fresco è utile inoltre nel trattamento delle punture d’insetto grazie alle proprietà antistaminiche e antiallergiche: una frizione con l’erba fresca (triturata e spremuta) neutralizza l’effetto del veleno introdotto nel derma. Inoltre il succo fresco può essere impiegato per la preparazione di caramelle per la tosse. In cosmesi, la tisana può essere usata per la depurazione di pelli grasse e acneiche, in varie forme di dermatosi, nella detersione di ustioni, abrasioni e piccole ferite; il decotto che estrae mucillagini e pectine può essere usato per maschere idratanti e antiinfiammatorie. Anche gli estratti acquosi hanno proprietà idratanti per la cute e si impiegano per fare maschere e creme per pelli secche, per diverse forme infiammatorie che colpiscono la cavità orale, la gola e le prime vie aeree (catarro, flogosi mucosa orofaringea, dermatosi, ulcerazioni); inoltre anche in associazione con la malva per sciacqui gengiviti, paradontosi e faringiti.
Impiego gastronomico: in cucina si utilizzano le foglie tenere della rosetta prima della fioritura, ricche in vitamine A, C, K e sali minerali, crude o cotte in frittate o misticanze di erbe alle quali aggiungono sostanza e consistenza ma non sapore o aromi particolari se non un leggero sentore di funghi. Le foglie possono essere usate nelle minestre e nelle zuppe, nei ravioli e nelle torte salate per conferire consistenza.
Uso agronomico: l'estratto presenta un'interessante azione fungicida utile nella prevenzione di infezioni fungine su piante, frutti, semi e grano.
Utilizzo foraggero: molto apprezzata dagli animali, entra nella costituzione dei pascoli e dei fieni della tarda primavera. La capacità di ricaccio di numerosi nuovi getti dalla rosetta basale ne permette la sopravvivenza rispetto al calpestio del bestiame al pascolo e alla falciatura dei prati. Presenta proprietà galattogene grazie alla ricchezza in calcio.
Altri impieghi: dalla pianta si possono ricavare: amido, fibre e coloranti e concianti. I semi sono molto ricercati dagli uccelli, per cui le spighette mature possono essere somministrate anche a quelli in gabbia.
CURIOSITA': la Piantaggine che in passato detta "Erba di Marte", faceva parte del gruppo delle cosiddette piante "magiche" in stretto rapporto con l'astrologia (insieme a Belladonna, Mandragora, ecc.). Nel "Volo dei sette Ibis", ad esempio, troviamo la Piantaggine fra le piante magiche dominate dal volo di Marte e perciò legata ai segni dell'Ariete e dello Scorpione. La pianta veniva utilizzata dagli appartenenti a questi segni zodiacali per disturbi degli apparati genitali e, proprio per lo stretto legame col pianeta Marte, la si riteneva efficace nella cura delle ferite e nel migliorare la circolazione. Il suggestivo nome inglese della Plantago,“white man's foot”= piede dell'uomo bianco, allude ai semi della pianta che sono stati diffusi ovunque in epoca coloniale, trasportati dagli europei nel risvolto dei pantaloni. Essa risulta presente sin da circa 5.000 anni fa, quando le foreste cominciarono ad essere abbattute dai contadini dell'età della pietra. Da analisi compiute sul polline ritrovato nelle torbiere e nei sedimenti lacustri è stato riscontrato come la pianta fiorisse abbondantemente sin da allora.